Con la opportuna conversione da parte del Parlamento del decreto legislativo n. 244 del 30 dicembre 2016 (c.d. Milleproroghe) tutti i comuni della Regione avranno il tempo di definire le aree mercatali ed i singoli posteggi da riassegnare secondo i bandi pubblici previsti dal decreto legislativo n. 59/2010 e le procedure dettate dall’Intesa Stato-Regioni del 2012.
In molti casi la ricognizione utile a rivedere il complessivo “piano” delle aree, secondo le condizioni poste a vario titolo dal Codice della Strada, dall’Ordinanza del Ministero della Salute del 3 aprile 2002 ovvero dal Codice dei Beni Culturali (decreto legislativo n. 42/2004 e successive modificazioni) e da tradurre in una deliberazione adottata dai rispettivi Consigli Comunali, potrà dover necessariamente indurre gli operatori commerciali direttamente interessati, nei mercati cittadini e nei posteggi individuati al di fuori di questi, a sostenere elevati costi per l’adeguamento delle strutture di vendita e l’acquisto di beni strumentali pertinenti l’attività.
UPVAD intende portare all’attenzione delle Autorità On. Nicola Zingaretti, On. Guido Fabiani, On. Alessandra Sartore e On. Daniele Fichera l’ipotesi di istituire una legge ad hoc che preveda, sotto forma di incentivi, l’erogazione di contributi finanziari a fondo perduto ed in regime de minimis come definiti dalla normativa comunitaria vigente.
Tra l’altro un’opportunità del genere sarebbe calzante anche con la norma recentemente introdotta all’interno della legge di Stabilità (n. 17/2016) che ha assimilato le attività di commercio su aree pubbliche, comprese quelle dei c.d. urtisti (alla condizione che si svolgano da oltre mezzo secolo), alle botteghe storiche così come definite nella legge regionale n. 12 del 10 agosto 2016.
In misura anche dei monitorabili interventi da sostenere su tutto il territorio regionale, si potrebbe individuare con sufficiente approssimazione l’ammontare del fondo complessivo necessario e i singoli contributi da erogare, a ragione della scrivente, quantificabili nella misura congrua di almeno 25.000 euro. Stante il fatto che poi sarebbe la Giunta, attraverso un’adottata deliberazione, a regolamentare i giusti indirizzi e i criteridi concessione dei contributi.